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– Greta Thunberg e il movimento, da RisingUp! alla clessidra per l’ambiente

Mentre i sovranisti europei ed i populisti nostrani smanettano con improbabili giochi di “cambiamento”, dalla piattaforma col copyright di Casaleggio agli attacchi misogini neoPatriarkali, al “reddito di cittadinanza” che di cittadinanza non è, …dal mondo anglosassone  torna in superficie la spinta libertaria e concreta già vista negli anni scorsi   col We Are 99% e il No-globalism, spinta che pare agire come onda ricorrente ed alternata a quella dei movimenti delle donne su vari temi e del movimento Lgbt.
Stavolta la testimonial a sopresa è una sedicenne, Greta Thunberg, catalizzatrice di una serie di caratteristiche di spinta: giovane, donna (e permettetemi di dire che me qui il “care” è del tutto positivo), diversamente abile, figlia di una famiglia espressione profonda della cultura mitteleuropea. Ma al di là della corrosione mediatica che già tende a distruggere il personaggio, e a depotenziarlo (perché è figlia di borghesi, perché è donna, perché non è nessuna ecc. ecc.), vale la pena di capire meglio da che tipo di background partono le scelte di questa sua protesta.
Disinteressiamoci quindi della questione mediatica, proteggiamoci dalla scontata reazione misogina che si celerà nelle dietrologie, e concentriamoci sui fatti. Quali pensieri, opinioni, sollecitazioni culturali hanno sostenuto questa giovane nel prendersi questa grande responsabilità pubblica?
Extinction rebellion e il movimento RisingUp!, e tutta la cultura ecologista (e animalista), antispecista, anglosassone e del nord Europa.
“We are facing many crises resulting from the system we live under (it’s a form of extreme capitalism called neo-liberalism). The system is based on unsustainable and increasing amounts of debt. It is causing gross inequality, poverty, mass misery, and species extinction. It gives a lot of money and power to a very small number of people, who use that money and power to shore up their position. This system is destroying our planet’s capacity to sustain life by destabilising the climate. There are many issues and to change anything, we have to change everything. We have to change this system, in support of the most basic of universal values – the right to life.” (About RisingUp!)
Leggiamo su questo documento disponibile in rete una lunga analisi dei punti programmatici, che sono vicini al pensiero libertario moderno circa i concetti di autorganizzazione, piattaforma, partecipazione dal basso, decentralizzazione, tutte parole che chi ha seguito il no-globalism e gli storici ( e le storiche) del pensiero libertario come David Graeber, o pionieri/pioniere dell’ecologia sociale conoscono bene.
Il metodo e la filosofia del gruppo vengono descritti con chiarezza, e non possiamo non notare come si fondino su una visione antigerarchica e inclusiva, è auspicabile che si rifletta su questa nuova, o perlomeno nuovamente rafforzata, metodica, e anche sul significato della parola “sciopero”, che proprio ora, nell’epoca del lavoro precarizzato, viene utilizzata da altre categorie di persone, spesso senza reali possibilità di trattativa, se non tramite azioni di massa sempre più mastodontiche ma che necessitano poi di una radicata (e rischiosa) capacità di indirizzo politico:

Abbiamo una visione condivisa del cambiamento. Per creare un mondo adatto alle generazioni future.
Impostiamo la nostra missione su ciò che è necessario: mobilitare il 3,5% della popolazione per ottenere un cambio di sistema, usando le idee come impulsi organizzativi per raggiungere l’obiettivo.
Abbiamo bisogno di una cultura rigenerativa, di creare una cultura che sia sana, resiliente e adattabile.
Sfidiamo apertamente noi stess* e questo sistema tossico, lasciando la nostra zona di confort per ottenere il cambiamento.
Diamo valore al riflettere ed all’imparare. Seguendo un ciclo di azione, riflessione, apprendimento e pianificazione per ulteriori azioni. Imparare da altri movimenti e contesti così come dalle nostre esperienze.
Diamo il benvenuto a tutti e ad ogni parte di ciascuno. Lavorare attivamente per creare spazi più sicuri e accessibili.
Mitighiamo attivamente il potere, per abbattere le gerarchie del potere ed ottenere una più equa partecipazione.
Evitiamo di incolpare e creare scandalo. Viviamo in un sistema tossico ma nessuno va incolpato individualmente.
Siamo una rete non violenta. Utilizzare la strategia e le tattiche non violente come modo più efficace per ottenere cambiamenti.
Siamo basati su autonomia e decentralizzazione. Creiamo collettivamente le strutture di cui abbiamo bisogno per sfidare il potere. Chiunque segua questi principi e valori fondamentali può agire in nome di Estinction Rebellion.

FPA